SOPRINTENDENZA, CUI PRODEST?
Da qualsiasi angolazione la si guardi , la questione dei dehors in centro e nei borghi riminesi è un gran pasticcio ! si è lavorato per mesi ,tre anni fa, associazioni dei commercianti , amministrazione comunale, soprintendenza, insieme per redarre un regolamento condiviso che mettesse fine alle tende variopinte e al caos di tipologie costruttive , imponendo criteri con standard elevati per quanto riguardava i materiali e l’impatto ambientale dei manufatti,nel rispetto delle bellezze artistiche della nostra città.Gli imprenditori hanno risposto ,investendo e rendendo piu’belle ed usufruibili le vie e le piazze cittadine, per il piacere dei riminesi e dei turisti.due anni fa i primi problemi , con verifiche riguardo la amovibilità di alcune strutture,modifiche effettuate con notevole spesa da parte degli esercenti , ma fatte per sanare quelle situazioni ritenute irregolari.Ora si vuole imporre la rimozione stagionale dei dehors, e lo chiede chi firmò quel regolamento, la Soprintendenza , che facendo così gioca al massacro delle attività, che non hanno ,nella maggior parte dei casi nemmeno ammortizzato l’investimento,e alle quali quegli spazi ,pagati a caro prezzo, sono indispensabili per far quadrare i conti,in tempi di crisi come questi.Ma perché questa imposizione , perché sconfessare, a breve di tempo il regolamento che si era contribuito a redarre ?lo sa la Soprintendenza quanto costa smontare e rimontare un dehor ? oltre al deterioramento dei componenti ed al problema del loro accantonamento nei mesi invernali. Ha rilevato delle incongruenze così gravi da addottare un provvedimento generalizzato e punitivo per tutta la categoria ?Ma il soggetto che concede le autorizzazioni non è il Comune ? Lo stesso Comune , parte lesa in questo caso, perché perderebbe tutti gli introiti dell’occupazione suolo pubblico , si trova in difficoltà , venendo scavalcato nelle sue prerogative, e sottoscriviamo l’appello dell’assessore Sadegholvaad e la sua indignazione.I dehors deturpano l’ambiente urbano ? e allora non si doveva sottoscrivere il regolamento per la loro attuazione,come fatto dalla Soprintendenza.
Il cittadino investe e si indebita per abbellire la propria attività , e all’improvviso si cambiano le carte in tavola e i suoi sforzi vengono vanificati ,con grandi perdite economiche.Per quale motivo preciso ? Perché tutto questo ?Non è dato sapere !
Le domande di rinnovo delle strutture annuali vengono rigettate senza motivazioni.
I commercianti di Zeinta di Borg chiedono venga ritirato questo provvedimento e si apra un confronto per chiarire dov’è il problema, atti di imperio come questo non fanno altro che allontanare i cittadini dallo stato ,alimentando sfiducia e rancore, perché si va a colpire chi crea lavoro , rischiando in proprio, e creando occupazione.